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L’innovazione sociale spiegata dal “Master Chef” dei fondi Europei! – 1° Parte

andreapugliese_1303226371_86Andrea Pugliese esperto in politiche dell’occupazione e servizi innovativi ha accettato di raccontarci qualcosa di sé!

Chi sei?

Caro Andrea, ci spieghi cosa spinge un uomo a diventare un esperto di finanziamenti europei e nello stesso tempo un sostenitore del social eating?

Ho studiato matematica, poi fatto un master in finanziamenti europei, lavorato per il pubblico, il privato e ora sono libero professionista. In generale adoro la complessità del contemporaneo e voglio capirla senza subire le scelte degli altri. Sono affascinato dalle potenzialità della tecnologia e dalla varietà dell’animo umano. Il social eating, lo faccio con Cookening, mi consente di avere il mondo a casa ed è parte della dimensione ludica della vita sempre utile nella comprensione dei fenomeni e delle opportunità che si sviluppano.

Cosa fai?

Ci racconti perché i fondi europei sono un argomento che dovrebbe interessare a tutti?

I fondi di per sé sono un aspetto tecnico, conseguenza delle politiche e delle strategie che ne derivano. È questo che dovrebbe interessare tutti, come cittadini e elettori. La prospettiva di Europa 2020, in particolare, contiene tutte le idee e gli strumenti che potrebbero cambiare il nostro futuro in una direzione sostenibile per le persone, l’ambiente, l’economia. Conoscere queste opportunità aiuterebbe a uscire dalla crisi e a far tacere quelli che per nascondere le proprie carenze danno sempre la colpa a Bruxelles.

La tua innovazione.

Sai che noi siamo molto attenti all’innovazione sociale, bene, qual è la cosa più innovativa nella quale tu ti sei imbattuto ultimamente?

Trovo geniale il modello di distribuzione alimentare de ‘Alveare che dice sì’ che sta arrivando in Italia ed è un’evoluzione social dei GAS, più strutturato e in grado di creare occupazione e dare maggiori margini ai produttori di qualità.

In generale penso che l’innovazione sociale riguardi tutto ciò che vada allo stesso tempo a beneficio del territorio, delle persone e delle imprese. Un bell’esempio ligure è ’Olio Carli’ di Imperia che da poco è certificata come B-Company, che la pone sui mercati americani in un ambito terzo rispetto alla dicotomia profit/noprofit e ne premia gli sforzi di sostenibilità ambientale e benessere organizzativo.

La tua non innovazione.

Adesso proviamo con esempio opposto: ti viene in mente un esperimento di innovazione mal riuscita?

Tutte le iniziative calate dall’alto non sono innovazione sociale e devono finire: che sia la destinazione di spazi pubblici, creazione di contenitori culturali o i servizi per disoccupati, malati o anziani, tutte queste cose quando sono pensate “per” qualcuno e non “con” i beneficiari o, meglio ancora “da” loro. Vale per gli asili, ma anche per le nuove App sugli smartphone o la programmazione dei fondi europei.

Poi ci sono anche gli esperimenti mal riusciti che però non demonizzerei e, spesso, ci indicano la strada giusta perché l’innovazione è fatta di errori e vicoli ciechi, altrimenti si tratta solo di continuità camuffata.

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